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PER FARE UN POPOLO CI VUOLE UN ALBERO
di Luigi Iorio
Il murales di Marco Alpi, in arte MarkAlpi, è un'opera che racconta una vita, o tante vite in realtà, di una casa di una famiglia del paese di Conselice, del Paese Italia. Parla della guerra, la seconda guerra mondiale, parla del fascismo, della libertà di stampa che proprio a Conselice aveva il centro della stampa clandestina, perché far sapere alle persone quello che in realtà stava succedendo era considerato fondamentale per i partigiani, contro una propaganda mussoliniana asfissiante, la quale descriveva l'Italia in un Impero, ma era un impero di cartone, un regime che ormai aveva ridotto in miseria gran parte degli italiani, oltre ad avergli tolto i diritti fondamentali.
Il murales di MarkAlpi ci parla delle storie del passato, ma ci parla anche a noi italiani di oggi, spetta a noi non dimenticare la storia e avere memoria delle storie e delle vite di cui sono intrisi i luoghi dove viviamo. L'albero è una perfetta metafora di un concetto vivo, la storia non finisce e non è morta, l'albero ha le radici della lotta antifascista, propende verso l'alto, verso la crescita del popolo che sa curalo, non abbandonando il passato, continuando quella storia ad alimentarla e aggiornala anche ai giorni nostri.
Bisogna curare quell'albero, dobbiamo farlo perché gli echi della storia rimangono, i discorsi e le parole di quegli echi si trasformano e riappaiono pronunciate da facce e da situazioni che sembrano diverse, ma andando oltre l'apparenza moderata, nascondono la stessa ferocia di quel tempo. Dobbiamo curare quell'albero come fecero quelle donne e quegli uomini, partigiani si ma non supereroi, come a volte i media vogliono far apparire certe biografie per distanziarli da noi “comuni”, erano persone: madri, padri, operai/e , casalinghe, disoccupati, studentesse, artisti, i quali però avevano deciso di lottare per principi importanti per permettere a quell'albero di crescere in pace.
LA STORIA DELLA CASA DI CONSELICE
di Franca Masironi
Questa è la casa della famiglia Negrini di soprannome “PICET” pollastrello vivace, Antonio Negrini e Dorina Tosi sono i genitori di Aldo, Paolo, Alfredo, Armando, Dario e Martina conosciuti in tutto il paese come comunisti e attivisti antifascisti convinti.
Il 2 aprile del 1944 a Conselice venne ucciso il segretario del fascio cittadino nonché membro della segreteria provinciale Graldi a seguito di una sentenza di morte emessa dal CLN. L’uccisione avvenne per mano di Umberto Ricci detto Napoleone.
In poche ore Conselice si riempì di fascisti assetati di vendetta, a pagare le conseguenze furono i fratelli Negrini anche se completamente innocenti. I Negrini riuscirono a fuggire dal fuoco nemico e Dario anche se ferito si salvò dopo aver ucciso un inseguitore che stava per assassinare il fratello Armando detto Argo, l’intellettuale della famiglia.
I repubblichini arrestarono la madre, le mogli, le nuore e la cognata dei due fratelli, uccisero tutti gli animali che trovarono nel cortile e diedero fuoco alla casa. Nella cantina c’erano dei vasi di passata di pomodoro che con il calore scoppiarono, dalla strada i fascisti urlavano che nelle case c’ erano delle bombe e questo già era un indizio di colpevolezza.
Dario al quale è stata riconosciuta la medaglia d’argento alla Resistenza per il Comune di Conselice si sposò con Teresa Benghi, anche lei partigiana e staffetta, dal loro matrimonio nacquero Fausto e Liala, il primogenito nel 1944 aveva 5 anni ed era il bambino “Milio” con la mamma avevano una taglia sulla testa che li costringeva a scappare continuamente presso le famiglie che li ospitavano.
Il bambino Milio, Fausto Negrini, abita ancora in questa casa in via Puntiroli e con la moglie Franca Masironi lottano e lotteranno fino all’ ultimo esile respiro per salvaguardare i valori antifascisti.
L’albero della resistenza, titolo del Murales di Marco Alpi, vuole ricordare l’albero genealogico della resistenza di questa famiglia, la quale non ha mai chinato la testa durante il regime fascista.
La storia completa della famiglia Negrini, della resistenza di Conselice e anche di altre storie si trovano:
Nel libro “Il partigiano dentro di me “di Lucia Vastano e Fausto Negrini (prima edizione 2020, Sharhazad editrice);
Nel podcast a puntate “La Clandestina, storia della stampa e dei partigiani di Conselice” puntata pilota pubblicata nel 2024, realizzato da Angelo Urgo, Paula Carazo e con la collaborazione di Luigi Iorio.
L'albero della Resistenza di Marco Alpi
Il Murales “L'albero della Resistenza” di MarkAlpi completato nel novembre 2024
Alcune fasi della realizzazione del murales di MarkAlpi a Conselice in via Puntiroli, 96
MARKALPI
biografia
Marco Alpi è nato a Castel San Pietro Terme (BO) nell'agosto del 1994. Cresciuto nelle campagne che si trovano alle porte di Imola (BO), fin dall'adolescenza si approccia al disegno e approfondisce la pittura nell'adolescenza.
Frequenta il corso di pittura del Liceo Artistico P. L. Nervi di Ravenna, prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si laurea in pittura. Successivamente si sposta a Torino, dove vive e lavora attualmente, per seguire il biennio di pittura presso l'Accademia Albertina.
Sperimenta vari supporti dove creare le sue immagini con diverse tecniche quali: olio, acquerello e acrilico.
Contemporaneamente oltre a dipingere su tela si dedica anche ai murales, entrando nel mondo della street art sin dagli anni del liceo e dalla quale apprende conoscenze tecniche ed estetiche per la sua espressione artistica.